L’originale ricetta della trippa al sugo, o della trippa in umido, è un tipico secondo piatto italiano di carne. La trippa è fatta di stomaco del bovino, generalmente manzo, e più raramente da quello del maiale. Essa è una frattaglia come lo sono, ad esempio, le animelle o il fegato ed è diffusa in tante cucine regionali con molte varianti. Tra le più famose c’è il lampredotto toscano, un piatto tipico soprattutto a Firenze che è a base di abomaso, ovvero uno degli stomaci del bovino. Tra le ricette molto note e apprezzate ci sono anche quelle della trippa alla parmigiana, alla veneta, alla romana o alla milanese (la busecca).
Quella al sugo rappresenta però la variante più conosciuta in Italia e vede tra i suoi ingredienti principali il pomodoro. Per prepararla suggeriamo di acquistare la trippa precotta, che permette di avere tempi di cottura più brevi.
Preparazione della trippa al sugo
- Lavate in acqua corrente la trippa e lasciatela scolare in uno scolapasta
- Tritate assieme la cipolla, la carota ed il sedano e fateli rosolare in olio in una padella capiente
- Aggiungete le trippe e rosolatele per qualche minuto assieme alle verdure
- Aggiungete mezzo bicchiere di vino bianco secco e poi lasciatelo evaporare
- Aggiungete due foglie d’alloro e due di salvia, aggiungete il pomodoro, mettete un coperchio alla pentola e cuocete il tutto, mescolando ogni tanto, per circa un’ora
- Se si asciuga troppo o tende a bruciare, aggiungete un mestolo d’acqua calda
- Togliete il coperchio e continuate la cottura per altri 20 minuti circa aggiungendo il sale ed eventualmente un po’ di pepe
- A fine cottura mettete il parmigiano e mescolate prima di servire
I tempi di preparazione sono di circa 90 minuti. Potete ottenere una preparazione più veloce se cucinate la trippa in pentola a pressione per 30 minuti, aggiungendo oltre al pomodoro anche un po’ d’acqua. Poi la cottura va terminata comunque in una padella normale per altri 20 minuti.
La trippa al sugo va servita in un tegame di coccio con del pane e accompagnata da un buon vino rosso intenso, come un Valpolicella Classico o un Chianti.
Come contorno alla trippa possono essere serviti fagioli.
Curiosità: il proverbio di origini romane “Non c’è trippa per gatti”, pare risalga ai primi del 1900 quando il sindaco di Roma Ernesto Nathan tolse fondi per il sostentamento (che era appunto trippa) di una colonia di felini che aveva il compito di tenere distanti i topi dal municipio.